-Eccoci qua: Roma-Siena, finale scudetto, come 5 anni fa. Due squadre che soltanto un anno fa hanno dato inizio a un forte ridimensionamento ma che hanno dimostrato nel corso di tutta la stagione di poter meritare questo palcoscenico, chi per dare il miglior finale a una favola cominciata neanche un anno fa, chi per chiudere in bellezza un ciclo, un dominio che dura ormai da 6 anni.
-La vince Siena, che rispetto al 2008 non ha il fattore campo ma conserva il ruolo di favorita d'obbligo. La vince con una circolazione palla fluida che poi viene tradotta in un 50% dalla lunga distanza, forse il vero ago della bilancia in questa gara 1.
-Roma è distratta in difesa, si fa battere sul palleggio e non è esattamente reattiva negli aiuti con Hackett, Moss e Brown che sembrano immarcabili. In attacco è sempre il solito ritornello che sta accompagnando il suo cammino nei playoff: se si corre, bene, altrimenti vai di pick and roll e di iniziative individuali. Eppure, nonostante tutto, ha rischiato fino all'ultimo di vincerla ed è sempre stata in partita. Chi pensa che lo scudetto sia già stato assegnato dopo questa gara 1, evidentemente non conosce Datome e compagni.
-Un Datome così comincia a non essere più sostenibile in una finale. Non che giochi male, anzi, ma da lui ci si aspetterebbe sempre quel qualcosa in più in grado di cambiarti la partita. Ieri, più che fuori forma, è sembrato rinunciatario nel prendersi i suoi tiri e nell'attaccare il canestro, facendo lavorare l'ottimo Moss molto meno del dovuto.
-Ma questo Christmas è veramente migliore del Janning tenuto in tribuna?
-A seguito delle polemiche sull'impianto di gioco, la presenza di Magnini e Pellegrini, oltre che la rottura del tabellone dei 24 secondi, ha un suo lato comico.
Goss 5; Jones 5,5; D'Ercole 6; Datome 6; Bailey 5; Taylor 6,5; Lawal 6,5; Czyz 5,5; Lorant 5
Brown 7; Eze 6,5; Carraretto 5; Rasic 5; Kangur 5; Ress 6; Sanikidze 5; Ortner 6; Hackett 7,5; Moss 8; Christmas 4
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